Adipocita e diete restrittive. Conosci davvero l’adipocita? Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire bene cosa accade al nostro organismo quando aumentiamo e perdiamo peso.

Dal 1975 ad oggi la prevalenza dell’obesità nel mondo si è triplicata1 ed è in continuo aumento: attualmente il 39% della popolazione mondiale è in condizioni di sovrappeso o di obesità.
I numeri dell’obesità
Dal 1975 ad oggi la prevalenza dell’obesità nel mondo si è triplicata1 ed è in continuo aumento: attualmente il 39% della popolazione mondiale è in condizioni di sovrappeso o di obesità. Il tasso di obesità è aumentato in tutto il mondo e in tutte le fasce di età e, sebbene sia riscontrato più frequentemente negli anziani e nelle donne, la sua incidenza è aumentata in entrambi i sessi, indipendentemente dalla localizzazione geografica, dall’etnia e dalle condizioni socioeconomiche.
Il tessuto adiposo in breve
Il tessuto adiposo è un complesso organo endocrino che esercita una vasta gamma di funzioni che hanno effetti profondi sull’organismo. Può essere di quattro tipi: il tessuto adiposo bianco, il tessuto adiposo bruno, il tessuto adiposo beige e il tessuto adiposo rosa, così chiamato perché presente nei seni delle donne. Ci concentreremo solo sui primi due.
Come aumenta il tessuto adiposo?
L’espansione del tessuto adiposo bianco avviene quando il bilancio energetico è positivo ed è introdotta più energia di quanta ne venga consumata.
Le dimensioni dell’adipocita non possono aumentare all’infinito: questo meccanismo è controllato dalla matrice extracellulare che limita l’ipertrofia della cellula adipocitica.
Studi su animali rivelano che all’aumentare delle dimensioni dell’adipocita si genera uno stato infiammazione2 che conduce all’infiltrazione delle cellule immunitarie chiamate proprio per lo sviluppo dell’infiammazione.
Quali sono le conseguenze dell’obesità?
A seconda del grado, della durata e dell’eccesso del tessuto adiposo le molteplici conseguenze patologiche a cui il soggetto può andare incontro sono diverse e comprendono: diabete di tipo 23, ipertensione, patologie cardiovascolari1,3, displipidemia, steatosi non alcolica1, malattie croniche renali4, infiammazione cronica, alcuni tipi di cancro5, apnea ostruttiva del sonno, sindrome da ipoventilazione6, una serie di disturbi muscolo scheletrici7, disordini dell’umore e della psiche8.

Insulino-resistenza
Una delle principali conseguenze legate al sovrappeso e all’obesità, ed essa stessa causa di ulteriori patologie, è l’insulino resistenza che può instaurarsi a causa di un difetto congenito o in seguito ad un aumentato accumulo di tessuto adiposo viscerale. Quando in un soggetto si instaura iperinsulinemia e resistenza insulinica, si avviano una serie di cascate metaboliche che conducono allo sviluppo di altre patologie quali il diabete, la dislipidemia, l’ipertensione e la predisposizione allo sviluppo di patologie cardiovascolari.
La perdita e il recupero del peso: cosa accade a livello dell’adipocita
Come già detto, l’adipocita è circondato da una densa matrice extracellulare, fondamentale per prevenire danni alla cellula adipocitica nelle fasi in cui aumenta di dimensione in seguito ad un maggior stoccaggio di lipidi9.
La restrizione calorica promuove la riduzione della grandezza dell’adipocita e avviene la lipolisi che, con lo smaltimento dei grassi corporei, conduce al dimagrimento.
Durante il processo di lipolisi, la matrice si deve riadattare alle diminuite dimensioni dell’adipocita ma anche questo processo richiede energia e, in condizioni di grande restrizione calorica, l’energia disponibile per gli adipociti potrebbe non essere sufficiente per il rimodellamento della matrice10. Comincia così ad instaurarsi un meccanismo di stress tra la cellula e la matrice cellulare. Il tessuto adiposo pertanto, per ridurre lo stress meccanico, cerca di recuperare di nuovo lipidi conducendo l’ospite a recuperare il peso perso11.
L’adipocita impara
Questa ipotesi è supportata dai risultati di alcuni studi che, isolando gli adipociti di alcuni soggetti sottoposti a chirurgia bariatrica, hanno verificato che, ad un anno dall’intervento, la capacità di stoccaggio di acidi grassi da parte degli adipociti, nonostante e loro diminuite dimensioni, aumenta notevolmente12,13.
Infatti, benchè il numero di adipociti in un individuo in salute sia pressoché lo stesso per tutta la durata della sua vita, ci sono condizioni in cui i depositi di adipociti possono aumentare di numero. Studi sui topi hanno evidenziato che la ripresa del peso in seguito a restrizione calorica, è accompagnata dalla nascita di una popolazione di adipociti molto piccoli (<20μm) e lo stesso fenomeno è stato riscontrato nell’uomo indicando che la capacità adipogenica del tessuto adiposo è alterata in soggetti obesi14.
Perché la troppa restrizione calorica è controproducente e dannosa
Nell’ambito di una dieta ipocalorica il sistema omeostatico immediatamente inizia ad adattarsi per salvare l’individuo dal deperimento arrivando, ad un certo punto, allo stadio di stallo, in cui il peso non viene più perso: per perdere ulteriore peso è necessario utilizzare nuove strategie ambientali e comportamentali che dovranno essere mantenute nel tempo per evitare di riacquistare il peso perso15.
Dopo la perdita di peso tutti i meccanismi metabolici periferici diventano più efficienti consumando meno energia; al cervello arriva il messaggio che la quantità di riserva di energie è bassa come la disponibilità di nutrienti e la conseguenza è l’aumento dell’appetito che spinge l’individuo a consumare molte più calorie di quelle di cui l’organismo ha bisogno (si parla infatti di divario energetico).
Ed è proprio in questa fase, la più difficile che, per mantenere il peso perso, l’alimentazione deve essere cognitivamente controllata: più il peso perso è elevato e più lo sforzo cognitivo dovrà essere maggiore in quanto la pressione a sovra-alimentarsi persiste fino a che non si sarà recuperato il peso perso.
Farsi seguire da una Biologa Nutrizionista per non riprendere peso
Il paziente che si approccia ad un intervento dietetico quindi, per poter ottenere risultati duraturi, deve necessariamente essere seguito in fase di perdita di peso e accompagnato in fase di mantenimento in quanto la fame “post dieta” non è un capriccio, è reale e bisogna capire come affrontarla.
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